Ritorno al Futuro (Back to the Future) - La Trilogia
La trilogia di Ritorno al futuro è una saga cinematograficacomico-fantascientifica, di grandissimo successo negli anni ottanta e novanta. Ideata da Bob Gale e Robert Zemeckis e diretta da quest'ultimo, è stata prodotta da Steven Spielberg e distribuita dalla Universal Studios.
Narra delle peripezie a cavallo di varie epoche della storia americana (il 1955, il 1985, il 2015 e il 1885) affrontate dal giovane Marty
McFly (Michael J. Fox) e dal suo amico, lo stravagante scienziatoEmmett "Doc" Brown (Christopher Lloyd), inventore di una bizzarra macchina del tempo ricavata da un'autovettura, una DeLorean DMC-12. Nel corso dei tre episodi i due si trovano a risolvere diversi problemi per evitare catastrofici paradossi temporali, come il possibile mancato matrimonio dei genitori di Marty negli anni cinquanta, l'arresto del figlio di Marty nel 2015 o la morte di Doc per mano di un feroce pistolero nel 1885, o ancora l'uccisione del padre di Marty per mano del suo eterno rivale Biff Tannen (Thomas F. Wilson).
Caratterizzata da uno spiccato umorismo, da un efficace uso degli effetti speciali, da un ritmo indiavolato e da un velo di nostalgia, la saga di Ritorno al futuro ha appassionato un'intera generazione di spettatori e regalato la grande notorietà al regista Robert Zemeckis e all'attore Michael J. Fox.
I film
La trilogia si compone di tre film, tutti diretti da Robert Zemeckis e scritti dal regista insieme al produttore e sceneggiatore Bob Gale:
Le differenti timeline su cui si dipana la trilogia La genesi del progetto Ritorno al futuro si deve ad una circostanza fortuita, capitata al produttore e sceneggiatore Bob Gale nel 1980. Impegnato a sgomberare la soffitta di casa, Gale trovò il diario di classe del padre e scoprì che il proprio genitore era stato capoclasse. Incuriosito dalla circostanza, cominciò a interrogarsi se all'epoca lui e il padre avrebbero potuto diventare amici. Gale ne parlò con l'amico Robert Zemeckis, che gli rispose con una battuta su sua madre: era davvero quella ragazza virtuosa che diceva d'essere stata in gioventù? Affascinati da questi discorsi, i due cominciarono ad abbozzare
insieme una sceneggiatura per trarne un film.
L'idea di Zemeckis era quella di operare una variazione sul classico tema dei viaggi nel tempo: invece di narrare - com'era consuetudine all'epoca nei film - un viaggio di centinaia di anni nel passato, il regista preferì concentrarsi sulle implicazioni che avrebbe avuto per un giovane il ritrovarsi a vivere l'epoca in cui i propri genitori erano anch'essi ragazzi, nella stessa città.
Il soggetto iniziale piacque subito a Steven Spielberg, che si offrì come produttore esecutivo. Sfortunatamente, lo script di Gale e Zemeckis fu rifiutato pressoché da tutti gli studios cinematografici: all'epoca le commedie "giovanili" in voga erano tutte sulla falsariga di Animal House e Porky's, e le major reputavano Ritorno al futuro un film "troppo poco volgare" per poter attrarre il grande pubblico. Viceversa, l'unico studio che si interessò al progetto, la Disney, trovò che le implicazioni riguardanti un possibile incesto nel passato tra Marty, il giovane protagonista, e la madre da ragazza, avrebbero danneggiato il nome dell'azienda, e si tirò indietro.
Zemeckis, inoltre, doveva fare i conti con la sua difficile situazione lavorativa: i suoi precedenti film, La fantastica sfida e 1964: Allarme a New York Arrivano i Beatles, pur avendo ricevuto il plauso della critica, erano stati snobbati dal pubblico, e pochi produttori se la sentivano di affidargli un progetto tanto ambizioso.
La svolta arrivò nel 1984, quando l'attore e produttore Michael Douglas gli affidò la regia di All'inseguimento della pietra verde: il film fu un successo, e dette a Zemeckis la possibilità di rimettere mano al progetto Ritorno al futuro, consegnando alla storia del cinema una delle saghe più celebri ed apprezzate di sempre.
Interpreti
Ottenuta la possibilità di dare il via al progetto, Zemeckis e Gale ritennero giusto rivolgersi a chi per primo aveva creduto alla possibilità di realizzare il film, e cioè Steven Spielberg, che si impegnò nella produzione tramite la sua factory Amblin Entertainment. Alla fine del 1984 la Universal Pictures approvò la sceneggiatura e diede il via libera alle riprese.
Per la scelta degli interpreti Zemeckis e Gale avevano avuto le idee chiare fin dall'inizio: per il ruolo di Marty McFly, il diciassettenne protagonista che si ritrovava per caso catapultato dal 1985 al 1955, avrebbero voluto l'emergente Michael J. Fox, ma l'attore all'epoca era già impegnato sul set della sit-com Casa Keaton. I produttori dovettero perciò ripiegare su Eric Stoltz, ma dopo 6 settimane di riprese Zemeckis lo licenziò, ritenendolo non adatto alla parte. Fox, nel frattempo, aveva manifestato la sua disponibilità e riuscì ad ottenere la parte alternando le riprese sul set televisivo (di giorno) con quelle del film (di notte): in alcune occasioni Fox dormì soltanto 2 ore a notte per poter rispettare i suoi impegni lavorativi. La parte dello scienziato pazzo, "Doc" Emmett Brown, andò a Christopher Lloyd, già noto per la sua interpretazione in Qualcuno volò sul nido del cuculo, e scelto da Zemeckis per la sua accentuata mimica.
Il successo
Il primo film della serie uscì negli Stati Uniti il 3 luglio1985, e ottenne subito un insperato successo: costato 19 milioni di dollari, ne guadagnò 11 solo nel primo week-end di programmazione. Solo in America finì per incassare 210 milioni di dollari, lanciando Michael J. Fox nell'olimpo delle star e Robert Zemeckis come cineasta di primo piano. Fu chiaro subito che il soggetto si prestava alla realizzazione di un sequel, e il finale "aperto" della prima pellicola (con Doc e Marty in partenza per il futuro) dava spazio a numerose possibilità narrative. Non a caso, nell'edizione uscita in videocassetta, i titoli di coda dei primi due film riportavano la dicitura "Continua", per avvertire il pubblico dell'imminente seguito. Il segreto del successo di Ritorno al futuro si deve a un abile
miscuglio di nostalgia, comicità e fantascienza. In un'epoca come gli anni ottanta, caratterizzata dall'evoluzione tecnologica, con
l'avvento dei computer e degli effetti speciali, l'idea geniale degli autori fu invece di riportare il protagonista, e con esso tutto il pubblico, negli anni cinquanta, a stretto contatto con i propri genitori, all'epoca semplici teenager come lui. In questo surreale viaggio Zemeckis e Gale ebbero inoltre l'intuizione d'innestare un meccanismo da commedia degli equivoci, con Marty involontario oggetto dei desideri della futura madre e costretto ad adoperarsi come pigmalione dell'imbranato padre, al fine di prevenire la propria scomparsa. I continui ammiccamenti alla storia americana (Marty non viene creduto da Doc quando nel 1955 gli racconta che nel 1985 il Presidente degli Stati Uniti è Ronald Reagan, all'epoca un semplice attore) e ai paradossi del destino (nel secondo episodio, ambientato nel 2015, compare un cinema dove si proietta Lo squalo 19 diretto da Max Spielberg, vero nome del figlio del famoso regista) hanno conferito alla trilogia un'irresistibile carica ironica, supportata da una sceneggiatura a orologeria e da un gruppo di attori in stato di grazia. Se nel primo episodio della saga a farla da padrone era il gusto dolceamaro per l'epoca spensierata dei ragazzi americani, già immortalata in Happy Days e American Graffiti, e nella quale l'incubo della guerra del Vietnam era ancora ben lontano, nel secondo film della serie il gioco citazionistico e autoreferenziale di Zemeckis divenne ancor più raffinato, con i protagonisti proiettati prima nel futuro ad affrontare Griff Tannen, nipote di Biff, e poi nuovamente nel passato, al fine di riparare a un incombente paradosso temporale. L'inevitabile conclusione della saga non poteva che consumarsi nella terra e nell'epoca in cui nacquero gli Stati Uniti: il Far West del lontano 1885, con Doc e Marty nuovamente insieme, impegnati a trovare il modo di sfuggire al temibile pistolero Buford "Cane Pazzo" Tannen, bisnonno di Biff, e ancora una volta ritornare al futuro sani e salvi.
Quarto capitolo
Di fatto il morbo di Parkinson che ha colpito Michael J. Fox ha sempre impedito ogni tentativo di realizzare tale sequel. L'attore ha inoltre ormai raggiunto i 50 anni di età ed in occasione della prima uscita ufficiale della trilogia in DVD ha dichiarato che per un eventuale quarto film sarebbe più credibile nella parte di Doc che in quella di un adolescente che va in giro in skateboard.
Curiosamente, Ritorno al futuro IV è il titolo dato ad un episodio della serie televisiva Spin City, interpretata da Michael J. Fox, dove ha recitato come guest star proprio "Doc" Christopher Lloyd. Nonostante la trama dell'episodio non abbia nulla in comune con la famosa trilogia, durante il primo incontro i due si scambiano alcune battute ironiche sul tornare indietro nel tempo, chiaro riferimento alla loro saga cinematografica.
Scene ricorrenti
Nei tre film della saga vengono mostrate alcune scene molto simili, a scopo autocitazionista:Nel primo film Doc mostra a Marty un modellino della città per spiegare al ragazzo come convoglierà l'energia del fulmine nella DeLorean. La stessa scena viene ripresa nel terzo film, quando Doc mostra la sua idea su come dirottare il treno. Lo scienziato, in entrambe le scene dice: «scusa la rozzezza di questo
modello ma non ho avuto il tempo di farlo in scala». Nel terzo film Marty interrompe la frase, conoscendola già.Nel primo film i messaggi propagandistici di Goldie Wilson, nel 1985, e del
sindaco Red Thomas nel 1955 sono identici
Links to Wikipedia:
Ritorno al Futuro
Ritorno al Futuro II
Ritorno al Futuro III
Narra delle peripezie a cavallo di varie epoche della storia americana (il 1955, il 1985, il 2015 e il 1885) affrontate dal giovane Marty
McFly (Michael J. Fox) e dal suo amico, lo stravagante scienziatoEmmett "Doc" Brown (Christopher Lloyd), inventore di una bizzarra macchina del tempo ricavata da un'autovettura, una DeLorean DMC-12. Nel corso dei tre episodi i due si trovano a risolvere diversi problemi per evitare catastrofici paradossi temporali, come il possibile mancato matrimonio dei genitori di Marty negli anni cinquanta, l'arresto del figlio di Marty nel 2015 o la morte di Doc per mano di un feroce pistolero nel 1885, o ancora l'uccisione del padre di Marty per mano del suo eterno rivale Biff Tannen (Thomas F. Wilson).
Caratterizzata da uno spiccato umorismo, da un efficace uso degli effetti speciali, da un ritmo indiavolato e da un velo di nostalgia, la saga di Ritorno al futuro ha appassionato un'intera generazione di spettatori e regalato la grande notorietà al regista Robert Zemeckis e all'attore Michael J. Fox.
I film
La trilogia si compone di tre film, tutti diretti da Robert Zemeckis e scritti dal regista insieme al produttore e sceneggiatore Bob Gale:
- Ritorno al futuro (Back to the
Future), 1985 - Ritorno al futuro - Parte II (Back to the
Future Part II), 1989 - Ritorno al futuro - Parte III (Back to the
Future Part III), 1990
Le differenti timeline su cui si dipana la trilogia La genesi del progetto Ritorno al futuro si deve ad una circostanza fortuita, capitata al produttore e sceneggiatore Bob Gale nel 1980. Impegnato a sgomberare la soffitta di casa, Gale trovò il diario di classe del padre e scoprì che il proprio genitore era stato capoclasse. Incuriosito dalla circostanza, cominciò a interrogarsi se all'epoca lui e il padre avrebbero potuto diventare amici. Gale ne parlò con l'amico Robert Zemeckis, che gli rispose con una battuta su sua madre: era davvero quella ragazza virtuosa che diceva d'essere stata in gioventù? Affascinati da questi discorsi, i due cominciarono ad abbozzare
insieme una sceneggiatura per trarne un film.
L'idea di Zemeckis era quella di operare una variazione sul classico tema dei viaggi nel tempo: invece di narrare - com'era consuetudine all'epoca nei film - un viaggio di centinaia di anni nel passato, il regista preferì concentrarsi sulle implicazioni che avrebbe avuto per un giovane il ritrovarsi a vivere l'epoca in cui i propri genitori erano anch'essi ragazzi, nella stessa città.
Il soggetto iniziale piacque subito a Steven Spielberg, che si offrì come produttore esecutivo. Sfortunatamente, lo script di Gale e Zemeckis fu rifiutato pressoché da tutti gli studios cinematografici: all'epoca le commedie "giovanili" in voga erano tutte sulla falsariga di Animal House e Porky's, e le major reputavano Ritorno al futuro un film "troppo poco volgare" per poter attrarre il grande pubblico. Viceversa, l'unico studio che si interessò al progetto, la Disney, trovò che le implicazioni riguardanti un possibile incesto nel passato tra Marty, il giovane protagonista, e la madre da ragazza, avrebbero danneggiato il nome dell'azienda, e si tirò indietro.
Zemeckis, inoltre, doveva fare i conti con la sua difficile situazione lavorativa: i suoi precedenti film, La fantastica sfida e 1964: Allarme a New York Arrivano i Beatles, pur avendo ricevuto il plauso della critica, erano stati snobbati dal pubblico, e pochi produttori se la sentivano di affidargli un progetto tanto ambizioso.
La svolta arrivò nel 1984, quando l'attore e produttore Michael Douglas gli affidò la regia di All'inseguimento della pietra verde: il film fu un successo, e dette a Zemeckis la possibilità di rimettere mano al progetto Ritorno al futuro, consegnando alla storia del cinema una delle saghe più celebri ed apprezzate di sempre.
Interpreti
Ottenuta la possibilità di dare il via al progetto, Zemeckis e Gale ritennero giusto rivolgersi a chi per primo aveva creduto alla possibilità di realizzare il film, e cioè Steven Spielberg, che si impegnò nella produzione tramite la sua factory Amblin Entertainment. Alla fine del 1984 la Universal Pictures approvò la sceneggiatura e diede il via libera alle riprese.
Per la scelta degli interpreti Zemeckis e Gale avevano avuto le idee chiare fin dall'inizio: per il ruolo di Marty McFly, il diciassettenne protagonista che si ritrovava per caso catapultato dal 1985 al 1955, avrebbero voluto l'emergente Michael J. Fox, ma l'attore all'epoca era già impegnato sul set della sit-com Casa Keaton. I produttori dovettero perciò ripiegare su Eric Stoltz, ma dopo 6 settimane di riprese Zemeckis lo licenziò, ritenendolo non adatto alla parte. Fox, nel frattempo, aveva manifestato la sua disponibilità e riuscì ad ottenere la parte alternando le riprese sul set televisivo (di giorno) con quelle del film (di notte): in alcune occasioni Fox dormì soltanto 2 ore a notte per poter rispettare i suoi impegni lavorativi. La parte dello scienziato pazzo, "Doc" Emmett Brown, andò a Christopher Lloyd, già noto per la sua interpretazione in Qualcuno volò sul nido del cuculo, e scelto da Zemeckis per la sua accentuata mimica.
Il successo
Il primo film della serie uscì negli Stati Uniti il 3 luglio1985, e ottenne subito un insperato successo: costato 19 milioni di dollari, ne guadagnò 11 solo nel primo week-end di programmazione. Solo in America finì per incassare 210 milioni di dollari, lanciando Michael J. Fox nell'olimpo delle star e Robert Zemeckis come cineasta di primo piano. Fu chiaro subito che il soggetto si prestava alla realizzazione di un sequel, e il finale "aperto" della prima pellicola (con Doc e Marty in partenza per il futuro) dava spazio a numerose possibilità narrative. Non a caso, nell'edizione uscita in videocassetta, i titoli di coda dei primi due film riportavano la dicitura "Continua", per avvertire il pubblico dell'imminente seguito. Il segreto del successo di Ritorno al futuro si deve a un abile
miscuglio di nostalgia, comicità e fantascienza. In un'epoca come gli anni ottanta, caratterizzata dall'evoluzione tecnologica, con
l'avvento dei computer e degli effetti speciali, l'idea geniale degli autori fu invece di riportare il protagonista, e con esso tutto il pubblico, negli anni cinquanta, a stretto contatto con i propri genitori, all'epoca semplici teenager come lui. In questo surreale viaggio Zemeckis e Gale ebbero inoltre l'intuizione d'innestare un meccanismo da commedia degli equivoci, con Marty involontario oggetto dei desideri della futura madre e costretto ad adoperarsi come pigmalione dell'imbranato padre, al fine di prevenire la propria scomparsa. I continui ammiccamenti alla storia americana (Marty non viene creduto da Doc quando nel 1955 gli racconta che nel 1985 il Presidente degli Stati Uniti è Ronald Reagan, all'epoca un semplice attore) e ai paradossi del destino (nel secondo episodio, ambientato nel 2015, compare un cinema dove si proietta Lo squalo 19 diretto da Max Spielberg, vero nome del figlio del famoso regista) hanno conferito alla trilogia un'irresistibile carica ironica, supportata da una sceneggiatura a orologeria e da un gruppo di attori in stato di grazia. Se nel primo episodio della saga a farla da padrone era il gusto dolceamaro per l'epoca spensierata dei ragazzi americani, già immortalata in Happy Days e American Graffiti, e nella quale l'incubo della guerra del Vietnam era ancora ben lontano, nel secondo film della serie il gioco citazionistico e autoreferenziale di Zemeckis divenne ancor più raffinato, con i protagonisti proiettati prima nel futuro ad affrontare Griff Tannen, nipote di Biff, e poi nuovamente nel passato, al fine di riparare a un incombente paradosso temporale. L'inevitabile conclusione della saga non poteva che consumarsi nella terra e nell'epoca in cui nacquero gli Stati Uniti: il Far West del lontano 1885, con Doc e Marty nuovamente insieme, impegnati a trovare il modo di sfuggire al temibile pistolero Buford "Cane Pazzo" Tannen, bisnonno di Biff, e ancora una volta ritornare al futuro sani e salvi.
Quarto capitolo
Di fatto il morbo di Parkinson che ha colpito Michael J. Fox ha sempre impedito ogni tentativo di realizzare tale sequel. L'attore ha inoltre ormai raggiunto i 50 anni di età ed in occasione della prima uscita ufficiale della trilogia in DVD ha dichiarato che per un eventuale quarto film sarebbe più credibile nella parte di Doc che in quella di un adolescente che va in giro in skateboard.
Curiosamente, Ritorno al futuro IV è il titolo dato ad un episodio della serie televisiva Spin City, interpretata da Michael J. Fox, dove ha recitato come guest star proprio "Doc" Christopher Lloyd. Nonostante la trama dell'episodio non abbia nulla in comune con la famosa trilogia, durante il primo incontro i due si scambiano alcune battute ironiche sul tornare indietro nel tempo, chiaro riferimento alla loro saga cinematografica.
Scene ricorrenti
Nei tre film della saga vengono mostrate alcune scene molto simili, a scopo autocitazionista:Nel primo film Doc mostra a Marty un modellino della città per spiegare al ragazzo come convoglierà l'energia del fulmine nella DeLorean. La stessa scena viene ripresa nel terzo film, quando Doc mostra la sua idea su come dirottare il treno. Lo scienziato, in entrambe le scene dice: «scusa la rozzezza di questo
modello ma non ho avuto il tempo di farlo in scala». Nel terzo film Marty interrompe la frase, conoscendola già.Nel primo film i messaggi propagandistici di Goldie Wilson, nel 1985, e del
sindaco Red Thomas nel 1955 sono identici
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Ritorno al Futuro II
Ritorno al Futuro III